Forse uno dei testi più belli, quello presentato da Arisa a Sanremo. ‘Guardando il cielo’ è stato scritto da Giuseppe Anastasi, ex fidanzato di Arisa e suo collaudatissimo autore a cui deve vari successi (‘Sincerità’, ‘Malamorenò’, ‘La notte’, ‘Controvento’). Una canzone che celebra la grandezza infinita dell’universo, e che Arisa stessa definisce ‘curativa’, con parole che ama cantare per risollevarsi quando si sente scoraggiata per qualcosa.

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Arisa, Leone ascendente Bilancia, ci ha abituati ai suoi cambiamenti repentini, d’immagine ma anche d’umore, dagli occhialoni retrò delle sue prime apparizioni ai capelli cortissimi della scorsa edizione di Sanremo, ai maglioni extralarge di quest’anno. Venere in aspetto con Urano, pianeta dell’originalità, la porta a confrontarsi sempre con le cose nuove, anche se le ‘fanno paura’, e infatti dichiara: ‘non credo alle persone sempre uguali’. La sua bella Venere natale in decima Casa la stimola ad amare tutto ciò che è legato all’arte, e non a caso nel video ufficiale di ‘Guardando il cielo’ girato a Londra ricorre la presenza iconica della Tate Modern, il notissimo museo d’arte moderna. Il Sole in trigono con Nettuno le regala musicalità, ma anche successo nella sua carriera artistica.

Viviamo tempi troppo austeri, Siamo animali di città, canta Arisa mentre alle sue spalle si snodano le immagini del video, dove passeggia lungo il Tamigi e intanto dietro di lei si susseguono la London Tower e il traffico frenetico della capitale da cui progressivamente l’artista si distacca per rifugiarsi in mezzo al verde. ‘Guardando il cielo’ suggerisce l’esistenza di un’entità superiore a cui fare riferimento, una presenza rasserenante a cui rivolgersi, in una sorta di preghiera rituale che l’accompagna dall’infanzia.

Eppure sai che ogni notte prima di dormire io
Che ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio
Potrà sembrarti rituale però a me dà serenità

Non sorprende il richiamo alla nonna: la famiglia d’origine ha sempre avuto un ruolo speciale per la cantante, il cui nome d’arte, Arisa, è l’acronimo formato dalle iniziali dei nomi dei genitori, del suo e di quello delle sorelle.

Con la certezza che ci sia
Una realtà che va al di là di questa comprensione mia
Potrai chiamarla anche magia
Per me adesso si chiama universo

Così prosegue il testo intenso della canzone, con un richiamo alla nostra ricerca di una dimensione più ampia, di uno spazio cosmico a cui rapportarci e confrontarci. Verrebbero forse in mente le riflessioni filosofiche con cui Kant chiude la sua Critica alla ragion pratica ricordando ‘due cose che riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente … il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me’, frase che ha voluto fosse incisa come epitaffio sulla sua tomba, come un testamento spirituale? Il cielo stellato che ci dà la dimensione della nostra finitezza umana ma anche la legge morale dentro di noi che ci aiuta ad innalzare verso l’infinito il nostro valore.

Arisa ha Nettuno, pianeta delle profonde ispirazioni e spiritualità, nella terza Casa, il settore oroscopico della comunicazione. Ha anche uno stellium importante (Sole, Luna, Mercurio) nell’undicesima Casa, che rappresenta il settore della progettualità e dell’amicizia nel senso più ampio, come un abbraccio universale all’umanità.

Sanremo è una kermesse che accoglie i messaggi musicali più diversi. Colpisce come il contenuto della canzone di Arisa ispirato all’universo appaia essere così in sintonia con le sue stelle di nascita.