E’ un po’ un ossimoro, l’Islanda, terra di ghiacciai e di geyser fumanti. La si potrebbe pensare aliena e ‘insulare’ nella sua lontananza, e invece non cessa di sorprendere e di attrarre, coi suoi colori netti e infiniti: blu oceano, verde intenso di muschio e licheni, distese di bianco-neve o di nere colate laviche. A me ricorda i quadri di Rothko, con le sue grandissime campiture di colore su tele immense, senza figure umane. E proprio Rothko (di origini ‘nordiche’ anche lui, essendo nato in Lettonia), in una sua metafora descrive l’istante della trasformazione creativa, da uno stato all’altro, come l’acqua che diventa vapore impalpabile: ‘Mettete su fuoco una pentola d’acqua. A 45 gradi l’acqua sarà calda, a 70 rovente, a 99 vicina al punto di ebollizione. Ma sarà sempre e solo acqua. A 100 gradi, non prima, né dopo, avverrà il passaggio, ed essa diventerà vapore’. Come un geyser che diventa un’opera d’arte della natura.
Faro